Che bel dialogo...
Ennesimo viaggio in treno, poche persone, spesso sole, che viaggiano sedendosi e creando intorno a sé un loro micro-mondo sfruttando ogni angolo del vagone.
Ecco che si siedono poco più in là due persone, un uomo e una ragazzina, padre e figlia.
Hanno un viso stanco ma felice, la ragazzina molto carina, semplice ma frizzante (quella semplicità con i "luccichini" per intenderci) e quest'uomo accogliente, molto rassicurante e presente.
Dall'abbigliamento composto da jeans, scarponcini, giacche sportive e zainetti ho immaginato arrivassero da qualche gita che prevedesse pranzo al sacco e voglia di camminare.
Iniziano a parlare di certezze. O meglio di non-certezze. La ragazzina sostiene che non ha nessuna certezza ma che per ora sta bene così, è felice e non le manca niente, però che è brutto non avere certezze. Ovviamente non so quale sia l'oggetto del discorso così come non so se ci sia stata un'altra conversazione precedente questa.
Allora il padre le chiede perché e lei spiega che "non sapere fa paura".
Lui, con serenità le spiega che non sapere fa parte della vita. Sai dove parti ma non dove arriverai. Spesso il cammino lo decidi strada facendo e in base a dove vuoi arrivare. Lei non sembrava convinta. Allora aggiunse che nel momento in cui hai certezze allora "hai finito" perché basta va bene così perché "è così". Invece, tu che non hai certezze puoi farti delle domande e cercare delle risposte sapendo che hai tante persone vicino a te e che ti vogliono bene e che, nel momento del bisogno, ci sono.
Devo dire che lo trovo un dialogo splendido, che sia per l'età della ragazzina a cui era indirizzato sia per i contenuti. Ricchi di realtà e di positività allo stesso tempo. L'ho trovata una bella spinta in avanti, rassicurante, parole e pensieri originati da un sentimento libero che fa aprire le ali.
Sono felice poi ogni volta che sento dei bei dialoghi genitori-figli che non siano richieste di beni materiali o "conversazioni di servizio" per la gestione di permessi e orari quotidiani.
Belle relazioni che regalano a livello esponenziale altro, creano, stimolano, saziano.
È bella l'idea, solo abbozzata dell'importanza dell'avere degli obiettivi da raggiungere, sempre. Che non sono per forza punti di arrivo ma che anzi dovrebbero essere desideri, aspirazioni e interessi. Non solo da raggiungere, ma da coltivare, render vivi, a cui rinnovare il colore e che fanno parte di noi.
E, perché no, condividere.
E, perché no, condividere.
Soprattutto condividere.
Parlarne, per sapere da chi ne sa più di noi e spiegare a chi non sa ma è interessato. Anzi, parlarne anche con chi interessato non è o non lo è ancora, perché non lo sa ma forse lo scoprirà...
Per l'ennesima volta il mondo mi offre la possibilità di cogliere ed assaporare cose belle e genuine, che saziano anima e cuore.
Grazie mondo!
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