Lingua diversa, decisioni diverse...
Oggigiorno molti conoscono una seconda lingua, la si parla spesso anche in modo fluente e la vita talvolta ci porta in altri paesi in cui ci si trova a usare principalmente una lingua straniera per motivi quali erasmus, trasferimenti, lavoro o viaggi.
Le lingue straniere sono affascinanti e caratteristiche per le loro grammatiche, modi di dire, pronunce e cadenze così come sono caratteristici i vari Paesi che le ospitano. Ma sembra che parlare una lingua diversa porti a prendere anche decisioni diverse.
Secondo un recente studio condotto a Barcellona e a Chicago le persone, se strutturano il pensiero in una lingua differente dalla lingua madre, sarebbero più portate a ragionare in maniera "distante", essendo emotivamente meno coinvolti portando così a far prendere una "piega diversa" ai ragionamenti stessi.
Mi spiego meglio: di fronte a una decisione che richiede una certa dose di "morale" si tende a decidere in maniera più "utilitaristica" o "razionale" rispetto al caso in cui la decisione fosse presa utilizzando la propria lingua madre.
Lo studio riporta l'esempio di un soggetto straniero all'interno di una giuria, le sue decisioni saranno presumibilmente più "fredde" e distanti data la "distanza emotiva" che l'utilizzo di una lingua straniera consente di tenere.
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