Il cellulare? Talvolta è un'estensione del Sé
Il cellulare o meglio lo smartphone è sempre più presente nelle nostre vite: non solo ci consente di essere rintracciabili e poter comunicare sia tramite telefonate che via messaggio ma possiamo anche mandare mail, pubblicare e leggere contenuti sul web o più semplicemente aggiornare lo stato sui social network.
Tutto questo non senza rinunciare alla privacy, infatti le e-mail giungono in tempo reale ed è difficile non leggerle e rimandare, stessa cosa vale per i messaggi comportando un'estensione smisurata del tempo dedicato al lavoro.
Le relazioni "nel qui e ora" non sono esenti da questa influenza, infatti spesso si vedono persone al ristorante o al cinema fisicamente insieme ma nella realtà ognuna immersa nel proprio mondo virtuale.
Tutto questo non senza rinunciare alla privacy, infatti le e-mail giungono in tempo reale ed è difficile non leggerle e rimandare, stessa cosa vale per i messaggi comportando un'estensione smisurata del tempo dedicato al lavoro.
Le relazioni "nel qui e ora" non sono esenti da questa influenza, infatti spesso si vedono persone al ristorante o al cinema fisicamente insieme ma nella realtà ognuna immersa nel proprio mondo virtuale.
Un recente studio parla addirittura di "I Self"o "Sé connesso".
L'esperimento consiste nel sottoporre dei soggetti (studenti di giornalismo) a un test e, a compito inoltrato, interromperlo chiedendo ai partecipanti di consegnare i loro cellulari per riaverli in un secondo momento e di ripartire da capo nello svolgimento del test.
I risultati evidenziano che tra la prima somministrazione e la seconda si riscontra un aumento significativo della pressione sanguigna, dei livelli di ansia e del ritmo cardiaco e una diminuzione dei risultati del test.
Questi studiosi parlano di "no mobile phobia" ossia ansia da separazione provata nei confronti del dispositivo mobile, in quanto, quando i soggetti ne vengono separati, hanno la sensazione di aver perso un parte di sé.
Credo che questo possa farci riflettere riguardo l'utilizzo e la percezione che abbiamo di oggetti presenti nel nostro quotidiano, che, nel caso di questo studio è un cellulare ma che può essere anche una moto o un'auto: avete presente la sensazione di invadenza che si prova quando l'automobilista dietro di noi non rispetta le distanze di sicurezza?
Cerchiamo di essere più presenti nel presente, nel "qui e ora" godendo della vicinanza fisica delle persone in un ambiente reale!
Fonte: "Il Cellulare: un'estensione di sé" In Psicologia Contemporanea Sett. Ott. 2015, n. 251 pag. 36.
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